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28/08/09

Julia Kendall, fumetto - La Straniera , Morirò a Mezzanotte, Sergio Bonelli Editore, Agosto (2009)

Julia, le avventure di una criminologa: LA STRANIERA.

Trama:In paesino sperduto , dove la tecnologia ha fatto la sua sortita solo in punta di piedi, un'intera famiglia viene cruentemente sterminata con un' ascia.Il colpevole non si trova e Julia verrà coinvolta per svelare il mistero.Giunta nel paese in incognito (si spaccia per una scrittrice di saggi) fa amicizia con una ragazza del posto che l'aiuta ad investigare e intervistare quelli del posto; molte cose si scopriranno sul conto dei paesani ma la sorpresa è dietro l'angolo...

Questo capitolo risulta gradevole sia nell'incalzare delle inquadrature, sia nello svolgersi dell'azione; un incipit col botto, cruento e inquietante ,da inizio ad una storia che riesce ad incuriosire e a coinvolgere.A parte qualche caduta di stile (troppa gente che si innamora della Kendall; leggiamo un fumetto giallo, voglio ricordare agli autori, non un romanzetto di Liala), il racconto tiene sul filo del rasoio (un rasoio innocuo e tagliente come un coltello senza lama ,se dobbiamo dirla tutta).Personaggi abbastanza credibili e storia interessante non possono però far perdonare una conclusione sconclusionata e banalissima nonchè senza spiegazione logica alcuna.
Che delusione.Tre kiss e una pedata, nostro malgrado.

Julia, le avventure di una criminologa:MORIRò a MEZZANOTTE.
Un professore di filosofia di un liceo , si rivolge alla criminologa Julia Kendall, preoccupato per la predizione di una vecchia zingara di nome Luna, che ,non solo sa della vita privata di costui molte cose ,ma pare sapere anche quando giungerà la sua ultima ora...inquietato, si rivolge alla protagonista per svelare chi realmente è Luna e cosa vuole da lui...

La trama ha poco di paranormale ,anzi nulla.La vincenda, di una banalità infinita e poco avvincente, ci propone una serie di situazioni che non inquieterebbero una mosca e che coinvolgono emotivamente tanto quanto lo spot di Cif; i personaggi altro non sono che stereotipi che vagano; la criminologa, è quel che è e lo sa chiunque, e forse piace per questo (forse); il professore di filosofia ,tale Derby, convince poco quanto niente nè nella veste di innocente, nè in quella di colpevole; senza parlare poi del personaggio di Luna, la solita zingara slava che compare e scompare come un'apparizione santa, che non spaventebbe nemmeno un coniglietto.Lo svolgersi degli eventi non convince; troppi luoghi comuni, troppa lentezza nell'azione, troppe banalità ,troppo "Beautiful".Insomma, questo capitolo del fumetto non piace.

Pedate nel sedere a manetta.


23/08/09

Platonic Sex di Iijima Ai, Rizzoli 2004

Platonic Sex, edito dalla Rizzoli , e pubblicato nel gennaio 2004 dall’autrice ex-prostituta ed ex pornostar Iijima Ai, non è un granchè.
Dalla trama ,comprandolo, pensavo “chissà quali rivelazioni psicologiche farà questo romanzo“: ma come sempre non bisogna “giudicare un libro dalla copertina”.
Il romanzo non è altro che la breve autibiografia dell’autrice , parecchio popolare nel paese nipponico ,la quale ,raccontandoci parte della sua infanzia tra scuola, doposcuola e soffocante famiglia (tradizionale giapponese dove il padre porta realmente i pantaloni e la madre ,tipica donna di altri tempi, vive solo per la famiglia e per il successo dei figli) ,trascorsa in maniera frustrante ; la sua frustrazione troverà molto presto (14 anni soli) sfogo nell’uscita con amici suoi conetanei , con famiglie particolari alle spalle ; tutto contornato dalle zone più IN di Tokyo dove locali chic si alternano con night club popolati da “Hostess”.Ben presto Ai scappa di casa cn suo fidanzato, che finirà in prigione e comincerà per lei la discesa agli inferi tra perversi milionari, pellicce e abiti di Chanel fino alla sua sortita nel mondo dell’hard da cui uscirà ben presto per dedicarsi solo alla tv.
Il personaggio-autrice non è dei più autentici o coinvolgenti; ci si aspetterrebbe lunghe confessioni o comunque spiegazioni di carattere psicologico sul perchè e come una donna può accettare di “vendere” il suo corpo ; oppure si attenderebbe l’esposizione di ragionamenti circa il come accettarsi in un ambiente ambiguo come quello dell’hard (che da sempre affascina e inquieta).Niente di tutto ciò :
la scrittrice si limita soltanto a raccontare come i fatti avvennero ,senza descrizioni particolareggiate, senza ragionamenti intelligenti o comunque interessanti; la sua è semplicemente la cronaca di una vita.
La Ai ,scrivendo ,pare non essere coinvolta emotivamente nei fatti o addirittura non interessarsene o semplicemente non averci ragionato sopra, come a tutti capita a posteriori.Racconta dei fatti, punto.Niente spiegazioni ,niente perchè ,niente di niente.L’unica cosa interessante è che mostra ,quasi in maniera documentaristica, un mondo sconosciuto, soprattutto a noi occidentali; quello dei night giapponesi ,che ,non si sa per quale ragione ,mantengono l’aura di erotismo più che di pornografia.Interessanti sono chiarimenti circa quanto e come guadagnano le “hostess”, su come viene gestito il lavoro, su come gestiscono finanze e vita privata.
Per il resto, il libro POTREBBE idealmente incuriosire o rimanere impresso solo per alcuni particolari alquanto sconci che a volte sfiorano il trash.
Per questa ragione il libro non è consigliato a tutti ma solo da una certa età ,quella della consapevolezza (chi ha orecchie per intendere, intenda) in poi.Morale della favola: non vale la pena spendere 14 euro per un libro del genere.Piuttosto, giocateveli stasera al superenalotto, per lo meno avreste la speranza di emozionarvi un pò ,contrariamente a quello che fareste comprando questo libro.
Un kiss per la descrizione di un "mondo sconosciuto", tre pedate per il resto.

Maggiori Info:

Il libro su IBS

20/08/09

La Duchessa (film) di Saul Dibb, 2008

La Duchessa (The Duchess - Biopic/Drammatico - Gran Bretagna, Francia, Italia 2008) Regia di Saul Dibb, con Keira Knightley, Ralph Fiennes, Charlotte Rampling, Dominic Cooper, Hayley Atwell, Simon McBurney, Aidan McArdle, John Shrapnel, Alistair Petrie, Patrick Godfrey, Michael Medwin, Justin Edwards, Richard McCabe, Calvin Dean, Hannah Stokely.
Durata: h 1.50
Nazionalità: Gran Bretagna 2008
Genere: storico

Una pellicola ben confezionata esteticamente ma con basi scarsamente solide nella sceneggiatura ,risulta essere il film “ la Duchessa”.
La storia parla di Georgiana Spencer (interpretata da una notevole Keira Knightley), duchessa del Devonshire e antenata della principessa Diana vissuta nel diciottesimo secolo in Inghilterra.
Sposa a 17 anni di William Cavendish( Ralph Finnes) si trasferisce a Londra dove stravagante, bella e intelligente, partecipa alla vita politica e di erige ad “Imperatrice della Moda” riuscendo a diventare un’ importante icona femminile nel tentativo di sfuggire all’infelicità coniugale che presto la coinvolge.

Tratto dalla biografia di Amanda Foreman intitolata “Giorgiana”e diretto dal regista Saul Dibb, il film si serve di scenografie e costumi (frutto della creatività di Michael O’ Connor) di tutto rispetto che cercano con l’eleganza e lo sfarzo di colmare alcuni vuoti lasciati dalla lentezza dello svolgersi delle azioni e da alcune interpretazioni emotivamente poco convincenti.
Evidente la ricerca del regista di parallelismi tra la Spencer settecentesca e quella dei giorni nostri, il film non centra il bersaglio, consegnando allo spettatore una vicenda dall’emotività gelida seppur esteticamente magnifica ,con un finale incompleto che lascia l’amaro in bocca.
Accolto senza entusiasmi da critica e pubblico al Festival Internazionale del Film a Roma , lascia un ritratto tiepido di una donna che rivoluzionò la figura femminile nel settecento.Godibile,certo, ma non un capolavoro.
Tradotto in parole blogghesche: due kiss per scenografia e intenzioni, e due pedate per regia e contenuto/sceneggiatura.
"Si può fare di più!".


18/08/09

L'Età del Malessere(libro) di Dacia Maraini // Dammi (libro) di Irina Denezkina // Candy(libro) di Mason Hoffenberg, Terry Southern

L'Età del Malessere, scritto da Dacia Maraini, pubblicato dall'Einaudi al costo di 8 euro ,consegna uno splendido panorama degli anni 50-60 romani in cui la psicologia alla Crepet lasciava ancora gli adolescenti a vivere la propria condizione da soli senza appoggio alcuno....una storia molto bella e squallida che gira intorno ad una diciassettenne che nella vana speranza di trovare le attenzioni negatele dai genitori in altri, si getta indifferente tra le braccia di più uomini...alla fine però capirà quale strada deve prendere....
Scritto un maniera asciutta alla Puskin, senza sentimentalismi eccessivi alla Muccino ,ricorda tanto la Sagan di Bonjour Tristesse...purtroppo però non altrettanto conosciuto...peccato, potrebbe essere il simbolo anche oggi di una generazione , di quella porzione di ragazzi che non ha subito il lavaggio del cervello dei vari Uomini e Donne e Grandi Fratelli....
IMPERDIBILE.
Quattro Kiss su quattro pe la sensibilità e l'originalità insita in una vicenda che di innovativo ha poco.

Dammi! è un ' opera della scrittrice russa Irina Denezkina, pubblicato da Einaudi per la cifra di 12,50 euro, 214 pagine.

Il volume consta di undici racconti che delineano la generazione russa odierna tra un comunismo appassito e l'avvento della nuova civiltà capitalista coi sui telfonini, la voglia di diventare rockstar, di sperimentare il sesso e le emozioni, di conoscere gente incontrata in chat, di catturare momenti troppo veloci per essere incisivi, troppo belli per lasciarseli sfuggire.Isomma , un libro ben scritto, fluido ,moderno, scurrile al punto giusto...molto bello che personaggi così punk e aggressivi si innamorino come Natasha di Guerra e Pace...unico dubbio: i racconti surreali....troppo brevi per essere incisivi, troppo diversi dagli altri per poter essere lunghi più di tanto...per il resto ,libro cosigliato.
Ergo tre kiss su quattro e una pedata per i momenti incomprensibili che fanno da stacchetto tra un racconto sensato e l'altro.

Pubblicato a Parigi col titolo di Lollipop, risultato della diabolica e surreale mente dei già autori de Il Dott.Stranamore,Candy prometteva di far arrossire più di Lolita (da quando poi Lolita fa arrossire ?) invece mi ritrovo difronte ad un'opera che vuole essere monella che che risulta solo simpaticamente eccentrica.
Caruccio, anche solo per poter appurare che l'ironia, a confronto dei sentimenti, nel tempo è cambiata...
Da libro fu tratto un film nel lontano 1968, dal titolo Candy e il suo pazzo mondo.Un Kiss per aver reso bene l'idea di quello che negli anni sessanta poteva fare scnadalo e per aver descritto abbastanza bene l'ambiente americano degli Happy Days. Una pedata per aver promesso scandali e aver procurato solo grasse risate.



17/08/09

I capelli dei dannati (libro)- Joe Meno - Edizioni E/O - 2004

Questo libro, edito da Edizioni E/O el 2004 (prezzo 12.50 euro), è un esempio di letteratura almost-punk ,precursore dei disagi giovanili che verranno abbondantemente espressi in futuro dal simpatico Moccia (grande sociologo che si può permettere di scrivere saggi che rappresentino la gioventù delli anni duemile).

L’autore, Joe Meno, scrittore di Chicago ,già autore di altri due volumi , ci regala un’immagine non pretenziosa di quello che erano le generazioni contemporanee a quella di Beverly Hills 90210 ,ma che dal modello del riccone-cazzone che non fa altro dalla mattina alla sera che inciuciare ,si discosta abbondantemente dandoci il ritratto di giovani punk degli anni ‘90 (anche se punk è un parolone).Il libro è bello; 350 pagine che volano via anche in meno di tre giorni , scritte con un linguaggio “colorito” e tipicamente adolescenziale (lo scrittore meritrebbe un premio solo per come è riuscito ad immedesimarsi, almenochè ai tempi della stesura non fosse effettivamente un brufoloso adolescente).Ricco di parolacce, scivoloni grammaticali e quant’altro ,restituisce perfettamente lo slang dei liceali associando allo stesso tempo una trama carina (ma nulla di speciale) a concetti molto interessanti.

Brian, liceale degli anni ‘90 di Chicago, si innammora della sua amica punk cazzuta-camionista Gretchen…iniziono così le sue tribolazioni amorose alla ricerca dalla compilation su cassetta (oddio, ve le ricordate le cassette!!!???) capace di farla innamorare alla stregua di un filtro amoroso.Cercando dunque la formulazione magico-musicale, vive la sua vita tra fastfood, genitori divorziati o sull’orlo del suddetto, Misfits, Smiths, punk, straightedge, studenti neri con la fissa dei vecchi vinili, amori improbabili, sesso, riflessioni sul razzismo e sulla crescita.

Nonostante il libro nel complesso non sia poi questa grande rivelazione di originalità , non annoia ,anzi , fa riflettere e immedesimare come pochi riescono ,toccando tasti dolenti di quegli adolescenti che nel cuore siamo rimasti.

Tasto dolente n°1: l’integrazione: una fissazione onnipresente, che non abbandona fondamentalmente mai…ce la portiamo dietro fin dalle medie ,chi più ,chi meno.Cercare nel punk, nella moda, nell’alcol ,mezzi per indentificarsi con un gruppo o per uscire dalla condizione di “sfiga” è sempre stata la croce e delizia di qualunque sociologo o psicologo che sia, che nonostante fanatascientifici studi, non ne vengono capo mettendosi d’accordo, in sostanza.Eppure, questo autore punk non dico che ne viene a capo, ma lancia, con questa storiella, spunti di riflessione senza la pretesa di predicare:

“Secondo me la maggior parte fa quello che fa per inserirsi, capito?Tipo che è tutta una posa senza senso”

“Cioè non sapete nemmeno quello che significa il punk.Vi vestite così perchè tipo eravate due fallite e alla fine delle medie il punk vi ha fatto diventare qualcosa, cioè, vi ha dato un gruppo in cui inservi”

Tasto dolente n°2: quello che i genitori pretendono.Brian ,Gretchen e altri amici, alle medie ,facevano parte del gruppo di Matematica, in virtù del quale parteciparono ad un torneo al quale furono accompagnati dai genitori di Gretch.Perdono,ma nessuno ne fa una tragedia; nessuno tranne la piccola Andrea che quasi si rifiuta di tornare a casa , in lacrime per aver perso.Ecco cosa fanno le pretese fuori luogo; creano piccoli pezzi di ansia che tra l’altro si disperano su cose poco essenziali.

Ma oltre all’adolescente sopito in noi ,il romanziere ci pone difronte al problema dell’integrazione razziale (bianchi e neri del liceo decidono di fare due balli separati) ma soprattutto umana che forse, a detta del candido Brian , può essere favorita dalla musica.

“..e io continuai a ripensare a quel momento del concerto con tutti quei ragazzi diversi ( punk e stragihtedge, ndr) che poi tanti diversi non erano, quando il cantante aveva deto a tutti di sucire insieme…cioè non c avevo mai pensato prima , ma forse,forse la musica poteva cambiare alcune cose,magari anche per me”

Per farla breve; il libro è bello, nella sostanza e nella forma, con personaggi credibili e ambientazione retrò.

voto: 7/10.

Tagadà


Il Tagadà è una giostra.
Idolatrata dai personaggi trash per le brezza di pericolo di cui avvolge chi la sfida, evitata da tutti gli Chic, è un capolavoro del trash.
Per tale ragione inauguro la rubrica TAGADà, incentrata sui fenomeni talmente brutti da rasentare il ridicolo.

Per maggiori info sulla giostra premi qui ->http://it.wikipedia.org/wiki/Tagad%C3%A0

Guida alla lettura del blog

Qui mi limito semplicemente a scrivere di ciò che divoro in senso cartaceo, sonoro e pellicolare; tutte le riflessioni che scaturiscono da ciò che recensisco saranno pubblicate in separata sede, esattamente su http://disagiomentalenumero66.blogspot.com.

Perchè questo blog

Perchè sono una lettrice ,ascoltatrice e spettatrice infaticabile!

Questa mia infaticabilità mi porta spesso a comprare libri doppi, dimenticare trame di film visti, scordare titoli di canzoni e nomi di cantanti con relativi album.

Questo mio perdermi nei meandri degli scaffali delle mie stesse librerie mi spingono a cercare ordine nel mio pc.

Ergo ,scrivo qui tutto ciò che mi pappo con relativo commento che può aiutare me e chi legge ,ad apprezzare i VERI IDOLI e a mettere alla berlina tutti quei scrittori ,regsiti, fumettisti e cantanti/gruppi ,che meritano una bella pedata nel sedere per aver incrementato la mole di opere trash contro cui già si combatte.

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28/08/09

Julia Kendall, fumetto - La Straniera , Morirò a Mezzanotte, Sergio Bonelli Editore, Agosto (2009)

Julia, le avventure di una criminologa: LA STRANIERA.

Trama:In paesino sperduto , dove la tecnologia ha fatto la sua sortita solo in punta di piedi, un'intera famiglia viene cruentemente sterminata con un' ascia.Il colpevole non si trova e Julia verrà coinvolta per svelare il mistero.Giunta nel paese in incognito (si spaccia per una scrittrice di saggi) fa amicizia con una ragazza del posto che l'aiuta ad investigare e intervistare quelli del posto; molte cose si scopriranno sul conto dei paesani ma la sorpresa è dietro l'angolo...

Questo capitolo risulta gradevole sia nell'incalzare delle inquadrature, sia nello svolgersi dell'azione; un incipit col botto, cruento e inquietante ,da inizio ad una storia che riesce ad incuriosire e a coinvolgere.A parte qualche caduta di stile (troppa gente che si innamora della Kendall; leggiamo un fumetto giallo, voglio ricordare agli autori, non un romanzetto di Liala), il racconto tiene sul filo del rasoio (un rasoio innocuo e tagliente come un coltello senza lama ,se dobbiamo dirla tutta).Personaggi abbastanza credibili e storia interessante non possono però far perdonare una conclusione sconclusionata e banalissima nonchè senza spiegazione logica alcuna.
Che delusione.Tre kiss e una pedata, nostro malgrado.

Julia, le avventure di una criminologa:MORIRò a MEZZANOTTE.
Un professore di filosofia di un liceo , si rivolge alla criminologa Julia Kendall, preoccupato per la predizione di una vecchia zingara di nome Luna, che ,non solo sa della vita privata di costui molte cose ,ma pare sapere anche quando giungerà la sua ultima ora...inquietato, si rivolge alla protagonista per svelare chi realmente è Luna e cosa vuole da lui...

La trama ha poco di paranormale ,anzi nulla.La vincenda, di una banalità infinita e poco avvincente, ci propone una serie di situazioni che non inquieterebbero una mosca e che coinvolgono emotivamente tanto quanto lo spot di Cif; i personaggi altro non sono che stereotipi che vagano; la criminologa, è quel che è e lo sa chiunque, e forse piace per questo (forse); il professore di filosofia ,tale Derby, convince poco quanto niente nè nella veste di innocente, nè in quella di colpevole; senza parlare poi del personaggio di Luna, la solita zingara slava che compare e scompare come un'apparizione santa, che non spaventebbe nemmeno un coniglietto.Lo svolgersi degli eventi non convince; troppi luoghi comuni, troppa lentezza nell'azione, troppe banalità ,troppo "Beautiful".Insomma, questo capitolo del fumetto non piace.

Pedate nel sedere a manetta.


23/08/09

Platonic Sex di Iijima Ai, Rizzoli 2004

Platonic Sex, edito dalla Rizzoli , e pubblicato nel gennaio 2004 dall’autrice ex-prostituta ed ex pornostar Iijima Ai, non è un granchè.
Dalla trama ,comprandolo, pensavo “chissà quali rivelazioni psicologiche farà questo romanzo“: ma come sempre non bisogna “giudicare un libro dalla copertina”.
Il romanzo non è altro che la breve autibiografia dell’autrice , parecchio popolare nel paese nipponico ,la quale ,raccontandoci parte della sua infanzia tra scuola, doposcuola e soffocante famiglia (tradizionale giapponese dove il padre porta realmente i pantaloni e la madre ,tipica donna di altri tempi, vive solo per la famiglia e per il successo dei figli) ,trascorsa in maniera frustrante ; la sua frustrazione troverà molto presto (14 anni soli) sfogo nell’uscita con amici suoi conetanei , con famiglie particolari alle spalle ; tutto contornato dalle zone più IN di Tokyo dove locali chic si alternano con night club popolati da “Hostess”.Ben presto Ai scappa di casa cn suo fidanzato, che finirà in prigione e comincerà per lei la discesa agli inferi tra perversi milionari, pellicce e abiti di Chanel fino alla sua sortita nel mondo dell’hard da cui uscirà ben presto per dedicarsi solo alla tv.
Il personaggio-autrice non è dei più autentici o coinvolgenti; ci si aspetterrebbe lunghe confessioni o comunque spiegazioni di carattere psicologico sul perchè e come una donna può accettare di “vendere” il suo corpo ; oppure si attenderebbe l’esposizione di ragionamenti circa il come accettarsi in un ambiente ambiguo come quello dell’hard (che da sempre affascina e inquieta).Niente di tutto ciò :
la scrittrice si limita soltanto a raccontare come i fatti avvennero ,senza descrizioni particolareggiate, senza ragionamenti intelligenti o comunque interessanti; la sua è semplicemente la cronaca di una vita.
La Ai ,scrivendo ,pare non essere coinvolta emotivamente nei fatti o addirittura non interessarsene o semplicemente non averci ragionato sopra, come a tutti capita a posteriori.Racconta dei fatti, punto.Niente spiegazioni ,niente perchè ,niente di niente.L’unica cosa interessante è che mostra ,quasi in maniera documentaristica, un mondo sconosciuto, soprattutto a noi occidentali; quello dei night giapponesi ,che ,non si sa per quale ragione ,mantengono l’aura di erotismo più che di pornografia.Interessanti sono chiarimenti circa quanto e come guadagnano le “hostess”, su come viene gestito il lavoro, su come gestiscono finanze e vita privata.
Per il resto, il libro POTREBBE idealmente incuriosire o rimanere impresso solo per alcuni particolari alquanto sconci che a volte sfiorano il trash.
Per questa ragione il libro non è consigliato a tutti ma solo da una certa età ,quella della consapevolezza (chi ha orecchie per intendere, intenda) in poi.Morale della favola: non vale la pena spendere 14 euro per un libro del genere.Piuttosto, giocateveli stasera al superenalotto, per lo meno avreste la speranza di emozionarvi un pò ,contrariamente a quello che fareste comprando questo libro.
Un kiss per la descrizione di un "mondo sconosciuto", tre pedate per il resto.

Maggiori Info:

Il libro su IBS

20/08/09

La Duchessa (film) di Saul Dibb, 2008

La Duchessa (The Duchess - Biopic/Drammatico - Gran Bretagna, Francia, Italia 2008) Regia di Saul Dibb, con Keira Knightley, Ralph Fiennes, Charlotte Rampling, Dominic Cooper, Hayley Atwell, Simon McBurney, Aidan McArdle, John Shrapnel, Alistair Petrie, Patrick Godfrey, Michael Medwin, Justin Edwards, Richard McCabe, Calvin Dean, Hannah Stokely.
Durata: h 1.50
Nazionalità: Gran Bretagna 2008
Genere: storico

Una pellicola ben confezionata esteticamente ma con basi scarsamente solide nella sceneggiatura ,risulta essere il film “ la Duchessa”.
La storia parla di Georgiana Spencer (interpretata da una notevole Keira Knightley), duchessa del Devonshire e antenata della principessa Diana vissuta nel diciottesimo secolo in Inghilterra.
Sposa a 17 anni di William Cavendish( Ralph Finnes) si trasferisce a Londra dove stravagante, bella e intelligente, partecipa alla vita politica e di erige ad “Imperatrice della Moda” riuscendo a diventare un’ importante icona femminile nel tentativo di sfuggire all’infelicità coniugale che presto la coinvolge.

Tratto dalla biografia di Amanda Foreman intitolata “Giorgiana”e diretto dal regista Saul Dibb, il film si serve di scenografie e costumi (frutto della creatività di Michael O’ Connor) di tutto rispetto che cercano con l’eleganza e lo sfarzo di colmare alcuni vuoti lasciati dalla lentezza dello svolgersi delle azioni e da alcune interpretazioni emotivamente poco convincenti.
Evidente la ricerca del regista di parallelismi tra la Spencer settecentesca e quella dei giorni nostri, il film non centra il bersaglio, consegnando allo spettatore una vicenda dall’emotività gelida seppur esteticamente magnifica ,con un finale incompleto che lascia l’amaro in bocca.
Accolto senza entusiasmi da critica e pubblico al Festival Internazionale del Film a Roma , lascia un ritratto tiepido di una donna che rivoluzionò la figura femminile nel settecento.Godibile,certo, ma non un capolavoro.
Tradotto in parole blogghesche: due kiss per scenografia e intenzioni, e due pedate per regia e contenuto/sceneggiatura.
"Si può fare di più!".


18/08/09

L'Età del Malessere(libro) di Dacia Maraini // Dammi (libro) di Irina Denezkina // Candy(libro) di Mason Hoffenberg, Terry Southern

L'Età del Malessere, scritto da Dacia Maraini, pubblicato dall'Einaudi al costo di 8 euro ,consegna uno splendido panorama degli anni 50-60 romani in cui la psicologia alla Crepet lasciava ancora gli adolescenti a vivere la propria condizione da soli senza appoggio alcuno....una storia molto bella e squallida che gira intorno ad una diciassettenne che nella vana speranza di trovare le attenzioni negatele dai genitori in altri, si getta indifferente tra le braccia di più uomini...alla fine però capirà quale strada deve prendere....
Scritto un maniera asciutta alla Puskin, senza sentimentalismi eccessivi alla Muccino ,ricorda tanto la Sagan di Bonjour Tristesse...purtroppo però non altrettanto conosciuto...peccato, potrebbe essere il simbolo anche oggi di una generazione , di quella porzione di ragazzi che non ha subito il lavaggio del cervello dei vari Uomini e Donne e Grandi Fratelli....
IMPERDIBILE.
Quattro Kiss su quattro pe la sensibilità e l'originalità insita in una vicenda che di innovativo ha poco.

Dammi! è un ' opera della scrittrice russa Irina Denezkina, pubblicato da Einaudi per la cifra di 12,50 euro, 214 pagine.

Il volume consta di undici racconti che delineano la generazione russa odierna tra un comunismo appassito e l'avvento della nuova civiltà capitalista coi sui telfonini, la voglia di diventare rockstar, di sperimentare il sesso e le emozioni, di conoscere gente incontrata in chat, di catturare momenti troppo veloci per essere incisivi, troppo belli per lasciarseli sfuggire.Isomma , un libro ben scritto, fluido ,moderno, scurrile al punto giusto...molto bello che personaggi così punk e aggressivi si innamorino come Natasha di Guerra e Pace...unico dubbio: i racconti surreali....troppo brevi per essere incisivi, troppo diversi dagli altri per poter essere lunghi più di tanto...per il resto ,libro cosigliato.
Ergo tre kiss su quattro e una pedata per i momenti incomprensibili che fanno da stacchetto tra un racconto sensato e l'altro.

Pubblicato a Parigi col titolo di Lollipop, risultato della diabolica e surreale mente dei già autori de Il Dott.Stranamore,Candy prometteva di far arrossire più di Lolita (da quando poi Lolita fa arrossire ?) invece mi ritrovo difronte ad un'opera che vuole essere monella che che risulta solo simpaticamente eccentrica.
Caruccio, anche solo per poter appurare che l'ironia, a confronto dei sentimenti, nel tempo è cambiata...
Da libro fu tratto un film nel lontano 1968, dal titolo Candy e il suo pazzo mondo.Un Kiss per aver reso bene l'idea di quello che negli anni sessanta poteva fare scnadalo e per aver descritto abbastanza bene l'ambiente americano degli Happy Days. Una pedata per aver promesso scandali e aver procurato solo grasse risate.



17/08/09

I capelli dei dannati (libro)- Joe Meno - Edizioni E/O - 2004

Questo libro, edito da Edizioni E/O el 2004 (prezzo 12.50 euro), è un esempio di letteratura almost-punk ,precursore dei disagi giovanili che verranno abbondantemente espressi in futuro dal simpatico Moccia (grande sociologo che si può permettere di scrivere saggi che rappresentino la gioventù delli anni duemile).

L’autore, Joe Meno, scrittore di Chicago ,già autore di altri due volumi , ci regala un’immagine non pretenziosa di quello che erano le generazioni contemporanee a quella di Beverly Hills 90210 ,ma che dal modello del riccone-cazzone che non fa altro dalla mattina alla sera che inciuciare ,si discosta abbondantemente dandoci il ritratto di giovani punk degli anni ‘90 (anche se punk è un parolone).Il libro è bello; 350 pagine che volano via anche in meno di tre giorni , scritte con un linguaggio “colorito” e tipicamente adolescenziale (lo scrittore meritrebbe un premio solo per come è riuscito ad immedesimarsi, almenochè ai tempi della stesura non fosse effettivamente un brufoloso adolescente).Ricco di parolacce, scivoloni grammaticali e quant’altro ,restituisce perfettamente lo slang dei liceali associando allo stesso tempo una trama carina (ma nulla di speciale) a concetti molto interessanti.

Brian, liceale degli anni ‘90 di Chicago, si innammora della sua amica punk cazzuta-camionista Gretchen…iniziono così le sue tribolazioni amorose alla ricerca dalla compilation su cassetta (oddio, ve le ricordate le cassette!!!???) capace di farla innamorare alla stregua di un filtro amoroso.Cercando dunque la formulazione magico-musicale, vive la sua vita tra fastfood, genitori divorziati o sull’orlo del suddetto, Misfits, Smiths, punk, straightedge, studenti neri con la fissa dei vecchi vinili, amori improbabili, sesso, riflessioni sul razzismo e sulla crescita.

Nonostante il libro nel complesso non sia poi questa grande rivelazione di originalità , non annoia ,anzi , fa riflettere e immedesimare come pochi riescono ,toccando tasti dolenti di quegli adolescenti che nel cuore siamo rimasti.

Tasto dolente n°1: l’integrazione: una fissazione onnipresente, che non abbandona fondamentalmente mai…ce la portiamo dietro fin dalle medie ,chi più ,chi meno.Cercare nel punk, nella moda, nell’alcol ,mezzi per indentificarsi con un gruppo o per uscire dalla condizione di “sfiga” è sempre stata la croce e delizia di qualunque sociologo o psicologo che sia, che nonostante fanatascientifici studi, non ne vengono capo mettendosi d’accordo, in sostanza.Eppure, questo autore punk non dico che ne viene a capo, ma lancia, con questa storiella, spunti di riflessione senza la pretesa di predicare:

“Secondo me la maggior parte fa quello che fa per inserirsi, capito?Tipo che è tutta una posa senza senso”

“Cioè non sapete nemmeno quello che significa il punk.Vi vestite così perchè tipo eravate due fallite e alla fine delle medie il punk vi ha fatto diventare qualcosa, cioè, vi ha dato un gruppo in cui inservi”

Tasto dolente n°2: quello che i genitori pretendono.Brian ,Gretchen e altri amici, alle medie ,facevano parte del gruppo di Matematica, in virtù del quale parteciparono ad un torneo al quale furono accompagnati dai genitori di Gretch.Perdono,ma nessuno ne fa una tragedia; nessuno tranne la piccola Andrea che quasi si rifiuta di tornare a casa , in lacrime per aver perso.Ecco cosa fanno le pretese fuori luogo; creano piccoli pezzi di ansia che tra l’altro si disperano su cose poco essenziali.

Ma oltre all’adolescente sopito in noi ,il romanziere ci pone difronte al problema dell’integrazione razziale (bianchi e neri del liceo decidono di fare due balli separati) ma soprattutto umana che forse, a detta del candido Brian , può essere favorita dalla musica.

“..e io continuai a ripensare a quel momento del concerto con tutti quei ragazzi diversi ( punk e stragihtedge, ndr) che poi tanti diversi non erano, quando il cantante aveva deto a tutti di sucire insieme…cioè non c avevo mai pensato prima , ma forse,forse la musica poteva cambiare alcune cose,magari anche per me”

Per farla breve; il libro è bello, nella sostanza e nella forma, con personaggi credibili e ambientazione retrò.

voto: 7/10.

Tagadà


Il Tagadà è una giostra.
Idolatrata dai personaggi trash per le brezza di pericolo di cui avvolge chi la sfida, evitata da tutti gli Chic, è un capolavoro del trash.
Per tale ragione inauguro la rubrica TAGADà, incentrata sui fenomeni talmente brutti da rasentare il ridicolo.

Per maggiori info sulla giostra premi qui ->http://it.wikipedia.org/wiki/Tagad%C3%A0

Guida alla lettura del blog

Qui mi limito semplicemente a scrivere di ciò che divoro in senso cartaceo, sonoro e pellicolare; tutte le riflessioni che scaturiscono da ciò che recensisco saranno pubblicate in separata sede, esattamente su http://disagiomentalenumero66.blogspot.com.

Perchè questo blog

Perchè sono una lettrice ,ascoltatrice e spettatrice infaticabile!

Questa mia infaticabilità mi porta spesso a comprare libri doppi, dimenticare trame di film visti, scordare titoli di canzoni e nomi di cantanti con relativi album.

Questo mio perdermi nei meandri degli scaffali delle mie stesse librerie mi spingono a cercare ordine nel mio pc.

Ergo ,scrivo qui tutto ciò che mi pappo con relativo commento che può aiutare me e chi legge ,ad apprezzare i VERI IDOLI e a mettere alla berlina tutti quei scrittori ,regsiti, fumettisti e cantanti/gruppi ,che meritano una bella pedata nel sedere per aver incrementato la mole di opere trash contro cui già si combatte.

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