Pagine

17/08/09

I capelli dei dannati (libro)- Joe Meno - Edizioni E/O - 2004

Questo libro, edito da Edizioni E/O el 2004 (prezzo 12.50 euro), è un esempio di letteratura almost-punk ,precursore dei disagi giovanili che verranno abbondantemente espressi in futuro dal simpatico Moccia (grande sociologo che si può permettere di scrivere saggi che rappresentino la gioventù delli anni duemile).

L’autore, Joe Meno, scrittore di Chicago ,già autore di altri due volumi , ci regala un’immagine non pretenziosa di quello che erano le generazioni contemporanee a quella di Beverly Hills 90210 ,ma che dal modello del riccone-cazzone che non fa altro dalla mattina alla sera che inciuciare ,si discosta abbondantemente dandoci il ritratto di giovani punk degli anni ‘90 (anche se punk è un parolone).Il libro è bello; 350 pagine che volano via anche in meno di tre giorni , scritte con un linguaggio “colorito” e tipicamente adolescenziale (lo scrittore meritrebbe un premio solo per come è riuscito ad immedesimarsi, almenochè ai tempi della stesura non fosse effettivamente un brufoloso adolescente).Ricco di parolacce, scivoloni grammaticali e quant’altro ,restituisce perfettamente lo slang dei liceali associando allo stesso tempo una trama carina (ma nulla di speciale) a concetti molto interessanti.

Brian, liceale degli anni ‘90 di Chicago, si innammora della sua amica punk cazzuta-camionista Gretchen…iniziono così le sue tribolazioni amorose alla ricerca dalla compilation su cassetta (oddio, ve le ricordate le cassette!!!???) capace di farla innamorare alla stregua di un filtro amoroso.Cercando dunque la formulazione magico-musicale, vive la sua vita tra fastfood, genitori divorziati o sull’orlo del suddetto, Misfits, Smiths, punk, straightedge, studenti neri con la fissa dei vecchi vinili, amori improbabili, sesso, riflessioni sul razzismo e sulla crescita.

Nonostante il libro nel complesso non sia poi questa grande rivelazione di originalità , non annoia ,anzi , fa riflettere e immedesimare come pochi riescono ,toccando tasti dolenti di quegli adolescenti che nel cuore siamo rimasti.

Tasto dolente n°1: l’integrazione: una fissazione onnipresente, che non abbandona fondamentalmente mai…ce la portiamo dietro fin dalle medie ,chi più ,chi meno.Cercare nel punk, nella moda, nell’alcol ,mezzi per indentificarsi con un gruppo o per uscire dalla condizione di “sfiga” è sempre stata la croce e delizia di qualunque sociologo o psicologo che sia, che nonostante fanatascientifici studi, non ne vengono capo mettendosi d’accordo, in sostanza.Eppure, questo autore punk non dico che ne viene a capo, ma lancia, con questa storiella, spunti di riflessione senza la pretesa di predicare:

“Secondo me la maggior parte fa quello che fa per inserirsi, capito?Tipo che è tutta una posa senza senso”

“Cioè non sapete nemmeno quello che significa il punk.Vi vestite così perchè tipo eravate due fallite e alla fine delle medie il punk vi ha fatto diventare qualcosa, cioè, vi ha dato un gruppo in cui inservi”

Tasto dolente n°2: quello che i genitori pretendono.Brian ,Gretchen e altri amici, alle medie ,facevano parte del gruppo di Matematica, in virtù del quale parteciparono ad un torneo al quale furono accompagnati dai genitori di Gretch.Perdono,ma nessuno ne fa una tragedia; nessuno tranne la piccola Andrea che quasi si rifiuta di tornare a casa , in lacrime per aver perso.Ecco cosa fanno le pretese fuori luogo; creano piccoli pezzi di ansia che tra l’altro si disperano su cose poco essenziali.

Ma oltre all’adolescente sopito in noi ,il romanziere ci pone difronte al problema dell’integrazione razziale (bianchi e neri del liceo decidono di fare due balli separati) ma soprattutto umana che forse, a detta del candido Brian , può essere favorita dalla musica.

“..e io continuai a ripensare a quel momento del concerto con tutti quei ragazzi diversi ( punk e stragihtedge, ndr) che poi tanti diversi non erano, quando il cantante aveva deto a tutti di sucire insieme…cioè non c avevo mai pensato prima , ma forse,forse la musica poteva cambiare alcune cose,magari anche per me”

Per farla breve; il libro è bello, nella sostanza e nella forma, con personaggi credibili e ambientazione retrò.

voto: 7/10.

Nessun commento:

Posta un commento

Cerca nel blog

17/08/09

I capelli dei dannati (libro)- Joe Meno - Edizioni E/O - 2004

Questo libro, edito da Edizioni E/O el 2004 (prezzo 12.50 euro), è un esempio di letteratura almost-punk ,precursore dei disagi giovanili che verranno abbondantemente espressi in futuro dal simpatico Moccia (grande sociologo che si può permettere di scrivere saggi che rappresentino la gioventù delli anni duemile).

L’autore, Joe Meno, scrittore di Chicago ,già autore di altri due volumi , ci regala un’immagine non pretenziosa di quello che erano le generazioni contemporanee a quella di Beverly Hills 90210 ,ma che dal modello del riccone-cazzone che non fa altro dalla mattina alla sera che inciuciare ,si discosta abbondantemente dandoci il ritratto di giovani punk degli anni ‘90 (anche se punk è un parolone).Il libro è bello; 350 pagine che volano via anche in meno di tre giorni , scritte con un linguaggio “colorito” e tipicamente adolescenziale (lo scrittore meritrebbe un premio solo per come è riuscito ad immedesimarsi, almenochè ai tempi della stesura non fosse effettivamente un brufoloso adolescente).Ricco di parolacce, scivoloni grammaticali e quant’altro ,restituisce perfettamente lo slang dei liceali associando allo stesso tempo una trama carina (ma nulla di speciale) a concetti molto interessanti.

Brian, liceale degli anni ‘90 di Chicago, si innammora della sua amica punk cazzuta-camionista Gretchen…iniziono così le sue tribolazioni amorose alla ricerca dalla compilation su cassetta (oddio, ve le ricordate le cassette!!!???) capace di farla innamorare alla stregua di un filtro amoroso.Cercando dunque la formulazione magico-musicale, vive la sua vita tra fastfood, genitori divorziati o sull’orlo del suddetto, Misfits, Smiths, punk, straightedge, studenti neri con la fissa dei vecchi vinili, amori improbabili, sesso, riflessioni sul razzismo e sulla crescita.

Nonostante il libro nel complesso non sia poi questa grande rivelazione di originalità , non annoia ,anzi , fa riflettere e immedesimare come pochi riescono ,toccando tasti dolenti di quegli adolescenti che nel cuore siamo rimasti.

Tasto dolente n°1: l’integrazione: una fissazione onnipresente, che non abbandona fondamentalmente mai…ce la portiamo dietro fin dalle medie ,chi più ,chi meno.Cercare nel punk, nella moda, nell’alcol ,mezzi per indentificarsi con un gruppo o per uscire dalla condizione di “sfiga” è sempre stata la croce e delizia di qualunque sociologo o psicologo che sia, che nonostante fanatascientifici studi, non ne vengono capo mettendosi d’accordo, in sostanza.Eppure, questo autore punk non dico che ne viene a capo, ma lancia, con questa storiella, spunti di riflessione senza la pretesa di predicare:

“Secondo me la maggior parte fa quello che fa per inserirsi, capito?Tipo che è tutta una posa senza senso”

“Cioè non sapete nemmeno quello che significa il punk.Vi vestite così perchè tipo eravate due fallite e alla fine delle medie il punk vi ha fatto diventare qualcosa, cioè, vi ha dato un gruppo in cui inservi”

Tasto dolente n°2: quello che i genitori pretendono.Brian ,Gretchen e altri amici, alle medie ,facevano parte del gruppo di Matematica, in virtù del quale parteciparono ad un torneo al quale furono accompagnati dai genitori di Gretch.Perdono,ma nessuno ne fa una tragedia; nessuno tranne la piccola Andrea che quasi si rifiuta di tornare a casa , in lacrime per aver perso.Ecco cosa fanno le pretese fuori luogo; creano piccoli pezzi di ansia che tra l’altro si disperano su cose poco essenziali.

Ma oltre all’adolescente sopito in noi ,il romanziere ci pone difronte al problema dell’integrazione razziale (bianchi e neri del liceo decidono di fare due balli separati) ma soprattutto umana che forse, a detta del candido Brian , può essere favorita dalla musica.

“..e io continuai a ripensare a quel momento del concerto con tutti quei ragazzi diversi ( punk e stragihtedge, ndr) che poi tanti diversi non erano, quando il cantante aveva deto a tutti di sucire insieme…cioè non c avevo mai pensato prima , ma forse,forse la musica poteva cambiare alcune cose,magari anche per me”

Per farla breve; il libro è bello, nella sostanza e nella forma, con personaggi credibili e ambientazione retrò.

voto: 7/10.

Nessun commento:

Posta un commento

LinkWithin

Related Posts with Thumbnails