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08/03/10

SPECIALE ARè ROCK FESTIVAL 2010: intervista ai Falena


foto di Antonella Fuccilli

I Falena sono una band indie-rock barese nata nel 2008 e composta da Michele Ventrella (voce e chitarra), Giuseppe Dentamaro (bassista), Roberto Antonacci (voce e chitarra) e Fabio Letizia (voce e batteria). Il 5 marzo si sono esibiti a Barletta per la seconda serata dell’Arè Rock Festival e abbiamo colto l'occasione per conoscerli meglio e presentarveli.

Sul vostro myspace (www.myspace.com/falenabari) si impone un’immagine in cui è raffigurato un bambino con una falena sugli occhi: cosa rappresenta? Perché avete scelto la Falena come simbolo della vostra band?
Tempo fa suonammo in un locale, al cui interno aveva trovato dimora una falena che non riuscimmo a far volare via. Non avevamo un nome e quindi prendemmo come spunto questo episodio per trovarne uno.
La falena sugli occhi del bambino non è cattiva: ha il compito di proteggere l’innocenza dagli orrori del mondo.


I temi delle vostre canzoni trattano di questo dunque?
Non esclusivamente: sono libere e molto intime. Chi suona ha il vantaggio di farsi ascoltare quando le espone.
Quello a cui facciamo riferimento spesso è la relazione tra noi e il mondo esterno.

Come nasce un vostro pezzo?
La musica è un’urgenza, è comunicazione: dunque una canzone è quasi una richiesta di aiuto, che vuole un riscontro dall’esterno. Generalmente un pezzo nasce in pochi secondi, e musica e testo nascono a volte insieme, a volte l’una precede di poco l’altra.

Con quale band famosa vi piacerebbe collaborare?
Sicuramente con i Wilco e i Sigur Ros.

Come definireste la vostra band?
Non amiamo le definizioni. Noi suoniamo, facciamo musica, le etichette non ci interessano più di tanto.

Secondo voi, con l’avvento di internet, come è cambiato il rapporto con la musica?
Internet dà molte informazioni, ma non approfondite. Sarebbe bello, invece, credere ancora nel legame che si crea tra ascoltatore e band, legame che ti porta a seguire la carriera dei musicisti a cui ci si affeziona. Con internet, che rende tutto più fruibile, non ci saranno più band famosissime come prima: gli ultimi forse sono gli U2.
Bisognerebbe educare le nuove generazioni ad un ascolto responsabile; per il resto ognuno, grazie ad internet, può assecondare un pensiero, una preferenza…

Come vivete le esibizioni live?
Con l'esperienza abbiamo imparato a suonare prima di tutto per noi stessi. Chi vuole percepire le nostre emozioni ci riesce, perché se siamo felici di suonare noi, anche al pubblico arriverà questa nostra carica emotiva.
Non inseguiamo il successo: quello che cerchiamo è la soddisfazione personale.

Se un giorno doveste, però, diventare famosi, e ve lo auguriamo, come vorreste essere ricordati nella storia della musica?
Sicuramente vorremmo che i Falena fossero considerati come una band onesta: che non ha fatto nulla di nuovo, ma semplicemente bella musica in maniera autentica e sincera.
Non crediamo nella ricerca ossessiva della novità, ma della qualità, sforzandoci di produrre buona musica, che non faccia sfigurare la musica italiana.


Grazie per l’intervista! Speriamo di rivedervi presto su palco!




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08/03/10

SPECIALE ARè ROCK FESTIVAL 2010: intervista ai Falena


foto di Antonella Fuccilli

I Falena sono una band indie-rock barese nata nel 2008 e composta da Michele Ventrella (voce e chitarra), Giuseppe Dentamaro (bassista), Roberto Antonacci (voce e chitarra) e Fabio Letizia (voce e batteria). Il 5 marzo si sono esibiti a Barletta per la seconda serata dell’Arè Rock Festival e abbiamo colto l'occasione per conoscerli meglio e presentarveli.

Sul vostro myspace (www.myspace.com/falenabari) si impone un’immagine in cui è raffigurato un bambino con una falena sugli occhi: cosa rappresenta? Perché avete scelto la Falena come simbolo della vostra band?
Tempo fa suonammo in un locale, al cui interno aveva trovato dimora una falena che non riuscimmo a far volare via. Non avevamo un nome e quindi prendemmo come spunto questo episodio per trovarne uno.
La falena sugli occhi del bambino non è cattiva: ha il compito di proteggere l’innocenza dagli orrori del mondo.


I temi delle vostre canzoni trattano di questo dunque?
Non esclusivamente: sono libere e molto intime. Chi suona ha il vantaggio di farsi ascoltare quando le espone.
Quello a cui facciamo riferimento spesso è la relazione tra noi e il mondo esterno.

Come nasce un vostro pezzo?
La musica è un’urgenza, è comunicazione: dunque una canzone è quasi una richiesta di aiuto, che vuole un riscontro dall’esterno. Generalmente un pezzo nasce in pochi secondi, e musica e testo nascono a volte insieme, a volte l’una precede di poco l’altra.

Con quale band famosa vi piacerebbe collaborare?
Sicuramente con i Wilco e i Sigur Ros.

Come definireste la vostra band?
Non amiamo le definizioni. Noi suoniamo, facciamo musica, le etichette non ci interessano più di tanto.

Secondo voi, con l’avvento di internet, come è cambiato il rapporto con la musica?
Internet dà molte informazioni, ma non approfondite. Sarebbe bello, invece, credere ancora nel legame che si crea tra ascoltatore e band, legame che ti porta a seguire la carriera dei musicisti a cui ci si affeziona. Con internet, che rende tutto più fruibile, non ci saranno più band famosissime come prima: gli ultimi forse sono gli U2.
Bisognerebbe educare le nuove generazioni ad un ascolto responsabile; per il resto ognuno, grazie ad internet, può assecondare un pensiero, una preferenza…

Come vivete le esibizioni live?
Con l'esperienza abbiamo imparato a suonare prima di tutto per noi stessi. Chi vuole percepire le nostre emozioni ci riesce, perché se siamo felici di suonare noi, anche al pubblico arriverà questa nostra carica emotiva.
Non inseguiamo il successo: quello che cerchiamo è la soddisfazione personale.

Se un giorno doveste, però, diventare famosi, e ve lo auguriamo, come vorreste essere ricordati nella storia della musica?
Sicuramente vorremmo che i Falena fossero considerati come una band onesta: che non ha fatto nulla di nuovo, ma semplicemente bella musica in maniera autentica e sincera.
Non crediamo nella ricerca ossessiva della novità, ma della qualità, sforzandoci di produrre buona musica, che non faccia sfigurare la musica italiana.


Grazie per l’intervista! Speriamo di rivedervi presto su palco!




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