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01/03/10

Speciale Arè Rock Festival 2010: intervista ai Cariòn per I Think Magazine


Cariòn (www.myspace.com/carionband, http://www.youtube.com/user/carionband ) è una band di Bari nata nel 2004 e formata da Vito “Vigos” Napoletano (voce e chitarra), Cristiano "Marvin" Laporta (basso), Marco De Giovanni (batteria/basi), Roberto Calabrese (chitarre) e Gianluca Schettini (synth/pianoforte).
Suonano un indie-rock possente ed elettronico, cantato in italiano.
La loro musica è un misto fra rock'n'roll di stampo americano e synth/indie che colpisce dritto al cuore.
Le melodie ricordano la forza espressiva e sentimentale delle vibrazioni e la grinta dei primi Litfiba.
I Think Magazine - www.ithinkmagazine.it (il mio zampino sta, soprattutto nelle rise che si sentono nelle registrazioni) li ha intervistati per voi!

Il nome della band (Cariòn) è inconsueto: da dove deriva?

Vigos: E’ un carillon “italianizzato”. L'idea è nata per l’effetto sorpresa del carillon: una scatoletta di cui non conosci le melodie finché non la apri.

Il vostro è un rock puro talvolta arricchito di contaminazioni: a quali artisti vi ispirate?

Vigos: Per le sonorità più rock mi vengono in mente Alice in Chains, il grunge anni ’90…
Marvin: Sì, e aggiungerei l'alternative rock, anche britannico.
Vigos: Invece per le sonorità più elettroniche ci ispiriamo soprattutto a Depeche Mode, Jesus and Mary Chains…tutto questo genere che prevede campionamenti seri.
Marvin: Al di là dell’Industrial e musica anche un po’ più estrema.

La scelta di cantare in italiano, quindi, nonostante le vostre radici musicali siano inglesi e americane, a cosa è dovuta?

Vigos: Siamo in Italia e cantare in italiano significa far arrivare prima agli altri ciò che vuoi dire e trasmettere. E’ vero che oramai si ascolta molta musica straniera, però in qualche modo dobbiamo rappresentare una realtà che esiste, quella della musica italiana, anche se cantare in italiano è più difficile, soprattutto nell’ambito del rock, perché è più semplice tirare fuori melodie vocali in inglese.
Marvin: Infatti, se ci si fa caso, gli ultimi gruppi rock italiani risalgono a 10 o 15 anni fa, ad esempio i vecchi Litfiba, i Timoria, i Negrita, gli Afterhours.

Definite la vostra musica anche indie: l’indie va parecchio di moda…

Vigos: Il nostro no perché non riusciamo ancora ad emergere (ride)
Questo è un buon segno, secondo me, perché l’originalità spesso non paga subito ma, quando lo fa, ricompensa tutti gli sforzi alla grande!

Secondo voi quale genere musicale in particolare esploderà nei prossimi anni?

Vigos: Io mi auspico un grande ritorno del rock’n’roll in Italia.
Marvin: Per me va bene tutto purché la smettano di proporre il solito brit-rock moderno…vorrei un ritorno del rock più duro.

Grazie per l’intervista e in bocca al lupo per la vostra carriera!

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01/03/10

Speciale Arè Rock Festival 2010: intervista ai Cariòn per I Think Magazine


Cariòn (www.myspace.com/carionband, http://www.youtube.com/user/carionband ) è una band di Bari nata nel 2004 e formata da Vito “Vigos” Napoletano (voce e chitarra), Cristiano "Marvin" Laporta (basso), Marco De Giovanni (batteria/basi), Roberto Calabrese (chitarre) e Gianluca Schettini (synth/pianoforte).
Suonano un indie-rock possente ed elettronico, cantato in italiano.
La loro musica è un misto fra rock'n'roll di stampo americano e synth/indie che colpisce dritto al cuore.
Le melodie ricordano la forza espressiva e sentimentale delle vibrazioni e la grinta dei primi Litfiba.
I Think Magazine - www.ithinkmagazine.it (il mio zampino sta, soprattutto nelle rise che si sentono nelle registrazioni) li ha intervistati per voi!

Il nome della band (Cariòn) è inconsueto: da dove deriva?

Vigos: E’ un carillon “italianizzato”. L'idea è nata per l’effetto sorpresa del carillon: una scatoletta di cui non conosci le melodie finché non la apri.

Il vostro è un rock puro talvolta arricchito di contaminazioni: a quali artisti vi ispirate?

Vigos: Per le sonorità più rock mi vengono in mente Alice in Chains, il grunge anni ’90…
Marvin: Sì, e aggiungerei l'alternative rock, anche britannico.
Vigos: Invece per le sonorità più elettroniche ci ispiriamo soprattutto a Depeche Mode, Jesus and Mary Chains…tutto questo genere che prevede campionamenti seri.
Marvin: Al di là dell’Industrial e musica anche un po’ più estrema.

La scelta di cantare in italiano, quindi, nonostante le vostre radici musicali siano inglesi e americane, a cosa è dovuta?

Vigos: Siamo in Italia e cantare in italiano significa far arrivare prima agli altri ciò che vuoi dire e trasmettere. E’ vero che oramai si ascolta molta musica straniera, però in qualche modo dobbiamo rappresentare una realtà che esiste, quella della musica italiana, anche se cantare in italiano è più difficile, soprattutto nell’ambito del rock, perché è più semplice tirare fuori melodie vocali in inglese.
Marvin: Infatti, se ci si fa caso, gli ultimi gruppi rock italiani risalgono a 10 o 15 anni fa, ad esempio i vecchi Litfiba, i Timoria, i Negrita, gli Afterhours.

Definite la vostra musica anche indie: l’indie va parecchio di moda…

Vigos: Il nostro no perché non riusciamo ancora ad emergere (ride)
Questo è un buon segno, secondo me, perché l’originalità spesso non paga subito ma, quando lo fa, ricompensa tutti gli sforzi alla grande!

Secondo voi quale genere musicale in particolare esploderà nei prossimi anni?

Vigos: Io mi auspico un grande ritorno del rock’n’roll in Italia.
Marvin: Per me va bene tutto purché la smettano di proporre il solito brit-rock moderno…vorrei un ritorno del rock più duro.

Grazie per l’intervista e in bocca al lupo per la vostra carriera!

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