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02/11/09

E morì con un falafel in mano (film) - 2001

E morì con un falafel in mano è un film non solo dal titolo strano ma anche dalla fama ambigua.
Dico ambigua perché ,nonostante un titolo bomba che può fare presagire solo una bomba filmica , in realtà si dimostra ,se non totalmente, almeno in parte deludente.
Tratto da un racconto di John Birmingam e portato sul grande chermo dal regista Richard Lowenstein (Cani nello spazio), il film sortisce con la morte inaspettata di un ex- drogato davanti alla tv con un falafel in mano; questi viene ritrovato senza vita dall'amico scrittore che, tentando inutilmente di mettere insieme un paio di righe in un'altra stanza ,e disturbato dal chiasso della tv, furibondo entra nel soggiorno e trova l'amico morto.
Inizia così un lungo flashback in cui il protagonista scrittore (Noah Taylor) ripercorre gli ultimi sei mesi di vita tra cambiamenti di casa, inquilini dediti a riti pagani, coppie che scoppiano ,truffe e polizia.
In pratica , la pellicola offre lo stereotipo dello scrittore con l'animo in subbuglio che cerca invano di creare l'opera del secolo imitando abitudini e stili di vita di altri guru della letteratura.
A parte questa caduta di stile nel riproporci un concetto trito e ritrito, si può apprezzare questo lavoro filmico per un concetto di fondo: non esiste nulla di più originale della vita.
Lo dimostra l'estro creativo che improvvisamente irrompe nella vita dello scrittore dopo una grande tragedia e dopo aver toccato con mano, disagi mentali ,sventure, droga, ambiguità sessuale, confusione sentimentale, naziskin, il tutto shekerato per benino in un cocktail che alla fin fine non risulta indigesto.
L'unico vero peccato risiede nella pessima abitudine che hanno molti registi e tema di montaggio nel fare trailer superscoppiettanti che propongono il mondo intero ,e sceneggiatori che hanno un unico lampo di genio quando formulano il titolo che poi propinano allo spettatore come biglietto da visita.
Quando si fa una promessa bisogna mantenerla.
Questo film lo fa solo in parte.

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02/11/09

E morì con un falafel in mano (film) - 2001

E morì con un falafel in mano è un film non solo dal titolo strano ma anche dalla fama ambigua.
Dico ambigua perché ,nonostante un titolo bomba che può fare presagire solo una bomba filmica , in realtà si dimostra ,se non totalmente, almeno in parte deludente.
Tratto da un racconto di John Birmingam e portato sul grande chermo dal regista Richard Lowenstein (Cani nello spazio), il film sortisce con la morte inaspettata di un ex- drogato davanti alla tv con un falafel in mano; questi viene ritrovato senza vita dall'amico scrittore che, tentando inutilmente di mettere insieme un paio di righe in un'altra stanza ,e disturbato dal chiasso della tv, furibondo entra nel soggiorno e trova l'amico morto.
Inizia così un lungo flashback in cui il protagonista scrittore (Noah Taylor) ripercorre gli ultimi sei mesi di vita tra cambiamenti di casa, inquilini dediti a riti pagani, coppie che scoppiano ,truffe e polizia.
In pratica , la pellicola offre lo stereotipo dello scrittore con l'animo in subbuglio che cerca invano di creare l'opera del secolo imitando abitudini e stili di vita di altri guru della letteratura.
A parte questa caduta di stile nel riproporci un concetto trito e ritrito, si può apprezzare questo lavoro filmico per un concetto di fondo: non esiste nulla di più originale della vita.
Lo dimostra l'estro creativo che improvvisamente irrompe nella vita dello scrittore dopo una grande tragedia e dopo aver toccato con mano, disagi mentali ,sventure, droga, ambiguità sessuale, confusione sentimentale, naziskin, il tutto shekerato per benino in un cocktail che alla fin fine non risulta indigesto.
L'unico vero peccato risiede nella pessima abitudine che hanno molti registi e tema di montaggio nel fare trailer superscoppiettanti che propongono il mondo intero ,e sceneggiatori che hanno un unico lampo di genio quando formulano il titolo che poi propinano allo spettatore come biglietto da visita.
Quando si fa una promessa bisogna mantenerla.
Questo film lo fa solo in parte.

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